Ungheria Day 1
16 Agosto 2009
Il viaggio ci porta a scoprire una nuova nazione l’Ungheria, da dove spesso ci viene a trovare il nostro cartografo di fiducia, Janos Soter, e che ci ha aiutato nel trovare alloggio nei pressi dell’area di gara.
Il minibus (sopravvissuto alla trasferta dello scorso anno di oltre 4000 (leggi bene, quattromila) km in Francia) lascia casa Genuzio per recuperare Bert; sono le 8 in punto: sta per incominciare l'avventura in Ungheria per: Paolo, Bepo, Giacomo, Michele, Marco, Aldo e Serhiy. Il navigatore satellitare indica l'arrivo a Miskolc per le 17. Alla destinazione mancano ancora più di 900 km, la 6 gg della Coppa d’Ungheria è ancora lontana! L’Austria ci appare sempre più un “paese ordinato” anche se dopo 4 ore di viaggio il paesaggio fatto di pascoli, fattorie, piccoli villaggi appare a tutti un po’monotono. Dopo Vienna, verso i confini della Slovacchia e dell’Ungheria ci sono diversi impianti di energia eolica che muovono in modo lento ed inesorabile le pale.
Tutto procede bene: pausa pranzo a pochi Km dal confine ungherese, facciamo il pieno nell’ultimo rifornitore in euro, e si riparte. Aldo sostituisce Paolo alla guida, e Marco fa da navigatore: all'ingresso di Budapest, nonostante due navigatori (satellitare e umano) Aldo sbaglia strada e ci troviamo, in pieno pomeriggio domenicale sul lungofiume del Danubio, un giro turistico fuori programma per l’asfalto della città nonostante il traffico; prima del famoso ponte delle catene troviamo finalmente la svolta e riprendiamo l'autostrada. Alle 18 siamo al Centro gare di Miskolc per ritirare il materiale che ci servirà per i giorni successivi. Di Miskolc non sappiamo nulla e, senza conoscerla, nulla ci aspettiamo di buono. Una città nel nord est del paese, di 200.000 abitanti, senza particolari monumenti artistici, senza una storia particolare. La periferia sembra confermarci la prima impressione: quartieri in perfetto stile sovietico: grandi edifici a circondare la città; poi si arriva in centro e si avverte uno strano ritorno al passato: una città ordinata, che porta una ricca eredità dell’impero austro-ungarico e che il mezzo secolo successivo alla seconda guerra mondiale non è riuscito ad intaccare.
Marco ci porta al paese dove troviamo il nostro alloggio: un decadente campeggio; la struttura è tutta per noi: ben 8 camere a due letti per 7 di noi ed un grande salone dove ceniamo (con parte di ciò che resta della griglia di ferragosto e tonnellate di scatolette di tonno e fagioli: non mancheranno le rivolte dei giovani ai menù serali e le loro tattiche fughe all’ora di cena). Stanchi alle 23 siamo a letto.
Modificata da kimi91 il 2009 08 23 Sun 22:29Autore: kimi91
2009 08 20 Thu 20:17
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