Ungheria Day 6
21 Agosto 2009
Venerdì, finalmente l’aspettato giorno di riposo: aspettato per recuperare un po’di forze, e aspettato per i programmi alternativi della giornata. I 4 giovani andranno a cucinarsi sotto il sole dell’arena di Bankut, per vedere la scenografica staffetta dei WOC; mentre, i 3 diversamente giovani, impossessatisi del pulmino, si godranno una gita attraverso l’Ungheria settentrionale, nelle terre del Tokaj (uscita programmata ancor’prima del viaggio intero!).
Ore 8 ci si mette in viaggio, e al centro gare i 4 vengono scaricati per raggiungere l’arena con i bus dell’organizzazione; qui resteranno fino alle 5 di pomeriggio quando finalmente finisce anche la staffetta femminile partita alle 13.45. I risultati sono alquanto imprevedibili, in particolare per quella maschile quando, primi fino all’ultimo cambio le squadre francese, svedese, norvegese e ceca, ad un certo punto spariscono dai localizzatori GPS e al punto spettacolo passa l’atleta svizzero che poi vincerà. Solo a fine gara si scoprirà che i 4 si erano fermati per soccorrere uno di loro ferito in una caduta e portarlo in una zona raggiungibile dagli aiuti: la sportività ha vinto sull’agonismo. Sfamandosi con acqua e patatine, arriva l’ora di riprendere i bus e un po’abbronzati un po’più scottati, si accorgono che le 6 ore sotto al sole hanno avuto i loro effetti.
Gli altri invece hanno un programma completamente diverso: da Miskolc si dirigono in un paese al confine della repubblica ceca con un nome impronunciabile almeno quanto il precedente: Satoraljaujhely. Il paesaggio che si presenta è inimmaginabile per noi friulani: si passano decine e decine di chilometri di sterminata campagna variamente coltivata fino all’arrivo della zona di Tokajhegyalja, un immenso vigneto che sostituisce poco a poco le culture cerealicole. L’impronunciabile paese non è granché, il tempo di godersi un caffè e prendere i bolli per le cartoline di Speck e ripartire. Sulla strada del ritorno si fa tappa a Sarospatak, un grazioso paese. Una visita alla grande chiesa gotica dell’Ungheria settentrionale, il cui altare principale del periodo barocco, alto 16 metri, è il più grande altare in legno dell’Ungheria e ci si trova a camminare sui resti delle spesse vecchie mura della città che difendevano il castello. Lasciata la città partono in direzione del paese di Tokaj dove pranzano all’aperto nella piazza principale del paese. Le case non sono che un susseguirsi di negozi di vino e di cantine molte delle quali immerse nelle colline di tufo. Visitando il bellissimo e originale museo, si immergono nell’atmosfera e nelle tradizioni relative al culto del vino. “Da buoni friulani riconosciamo all’Ungheria il diritto di fregiarsi del nome Tokaj.”
A sera di nuovo a casa li aspetta una cena in un ristorante dell’innominabile paese vicino casa consigliato dal “grande fratello” della pensione: dopo i primi timori (derivati anche dal nome, Rustik) rimangono felicemente stupiti da un’abbondante, ottima ed economica cena a base di griglia, patatine fritte e verdure varie. Dopo cena davanti a un bicchiere di Tokaj Paolo presiede una riunione tecnica per la futura gara di Paluzza.
Autore: kimi91
2009 08 23 Sun 22:34
Album fotografico: vai!
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